lunedì 8 dicembre 2014

LABORATORIO SHAKESPEARE 5: AMLETO



Martedì 11 novembre, per il nostro quinto laboratorio, siamo tornati momentaneamente in quel di Bolzano Vicentino.
Questa importante serata è dedicata alla tragedia più famosa di Shakespeare: "Amleto", composta tra il 1598 e il 1601.
L'opera viene considerata "il lavoro più significativo e importante dell’era romantica".
Quindi non poteva mancare nel nostro percorso dedicato ai 450 anni del Bardo!
Anche perché di Amleto resterà per sempre nel tempo l'eco del suo dubbio: "essere o non essere...", fare o non fare, amare o non amare...
Dubbi che possono risuonare nel profondo di ognuno, almeno qualche volta. 
Durante la fase del laboratorio di Marco Risiglione, che questa volta ha visto i partecipanti brancolare nel buio, con l'invito ad affinare altri sensi oltre alla vista, una domanda si aggirava nella stanza: "leggere o non leggere davanti al pubblico..., questo è il dilemma"! 




Marco ha dato precise istruzioni tecniche per affrontare la questione. Tutti sono stati invitati, uno alla volta, a sfoderare questo grandioso dono, che è la voce umana. Uno strumento che si utilizza troppo spesso o troppo poco.
Abbiamo scoperto che parlare a voce alta davanti ad un gruppo di persone non è una cosa scontata. Il corpo parla di noi mentre facciamo qualsiasi cosa!
E questo "chiaccherone" tradisce le nostre insicurezze e i nostri timori di sbagliare.
Ma, con un po' di prove, la prova lettura è superata, almeno per questa serata...







A Licia Poncato poi il compito di tratteggiare i vari personaggi dell'opera ed esporre la complessa trama di "Amleto", cercando di semplificarla dove possibile.



A seguire la proiezione del montaggio di Giorgia Zarantonello, che ha realizzato un condensato della trama, utilizzando brani dalle varie versioni cinematografiche.





Ivan poi ci ha proposto una ricetta dove tener insieme i pezzi è, volutamente, difficoltoso e ciò per richiamare l'anima briciolata dai dubbi del principe di Danimarca, ossia lo streusel, il crumble e il sablè.








E fu così che i dubbi amletici che si aggiravano nell'aria hanno lasciato il posto a un delizioso profumo che usciva dal piccolo forno, in cui si è cotto lo streusel e il crumble composti da zucchero, burro, farina, frutta secca e deliziosi aromi...
E che una  buona notte accompagni dolci sogni!




LABORATORIO SHAKESPEARE 4: LA BISBETICA DOMATA


Martedì 4 novembre, nostro quarto laboratorio, abbiamo avuto ancora un'altra gradita "new entry": Gloria.
La serata è dedicata a una delle più famose e popolari commedie di Shakespeare: "La bisbetica domata", composta dal Bardo tra il 1590 e il 1591.

Con Marco Risiglione, dopo il consueto riscaldamento, si approfondiscono elementi di lettura teatrale, dopo aver opportunamente sciolto la lingua con adeguati esercizi.
A turno i ragazzi sono invitati a "esibirsi" davanti ai loro compagni sotto lo sguardo vigile di Marco, che prende spunto da ciascuna esibizione per delle brevi ma significative dritte, che sono accolte con ossequiosa attenzione.






Dopo un riassunto della trama, si passa alla lettura in coppia di alcune frasi della scena in cui Petruccio incontra per la prima volta Caterina.
Ed ecco che la sala si riempie di "Petrucci" e di "Caterine" che sfoderano, all'inizio timidamente poi con sempre maggiore sicurezza, la determinazione con cui i due sessi si affrontano.







L'escalation è interrotta, prima che i ragazzi si lasciano trasportare a usare mani e piedi, dalla proposta del montaggio video realizzato da Giorgia Zarantonello, con una sintesi dell'opera attraverso alcune delle versioni cinematografiche e televisive.


A chiudere in bellezza, ci pensa Ivan Scortegagna, che invita tutti a darsi da fare per domare una "bisbetica" pasta di zucchero, che viene utilizzata in pasticceria per le decorazioni delle torte.







Dopo aver domato tra le mani l'informe pasta e fatta diventare una morbida pallina si passa a sceglier un colore tra il rosso, il giallo, il blu.
Ivan dice che è tutto commestibile, ma personalmente consiglia di evitare di mangiare le colorate decorazioni.
Quindi ribadisce che non è sufficiente domare la pasta e darle un aspetto colorato, bisogna per portare a termine l'opera, darle una forma aggraziata che sia piacevole alla vista.







E così, da bravo artista quale egli è, ci spiega come creare dei petali prima e assemblarli poi per creare delle rose variopinte.
Tutti sono soddisfatti del prodotto finale.
Il concetto è chiaro: per domare una bisbetica non serve solo la forza bruta ma ci vuole anche intelligenza e sensibilità, così che alla fine lei, più che domata, è conquistata e può condividere serenamente le sue doti.
Perché anche le bisbetiche hanno un cuore...